Politica
Welfare alla Pari, porte aperte ai lavoratori deboli
Roberto Maroni, ha presentato recentemente a Roma Pari, il programma di ricollocamento destinato a lavoratori deboli o svantaggiati
«Uno dei più importanti interventi di politiche attive per il lavoro realizzati negli ultimi anni». Così il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ha presentato recentemente a Roma Pari, il programma di ricollocamento destinato a lavoratori deboli o svantaggiati, progettato in collaborazione con Italia Lavoro. Obiettivo dell?iniziativa è quello di reintegrare nel mercato del lavoro 25mila persone, attraverso un network composto da 90 centri di servizio e con il supporto di 18 Regioni, di 70 Province, delle società per l?impiego e della Borsa del lavoro. Pari prevede due linee di intervento: una a favore dei lavoratori e un?altra diretta ai cosiddetti intermediari e alle imprese. Pari prevede interventi differenziati per lavoratori ammessi ai benefici degli ammortizzatori sociali e per lavoratori senza indennità o sussidi. Ai primi sarà concesso un voucher formativo di mille euro. Stesso beneficio per i secondi ai quali però saranno riconosciuti anche 450 euro di sostegno al reddito, per un massimo di 10 mesi o in due tranche per la creazione di un?impresa.
I lavoratori che rifiuteranno il reimpiego, nonostante le nuove condizioni di lavoro proposte presentino tutte le caratteristiche per soddisfarlo (per esempio una mansione equivalente alla precedente o una distanza compresa entro i 50 chilometri dall’abitazione), potranno essere sanzionati ed estromessi dal programma. L?istituzione di sanzioni per chi rifiuta senza alcun valido motivo il reimpiego ha consentito di attivare una sorta di rete di protezione per chi, riassunto in una nuova azienda, dovesse perdere il posto per ragioni che non dipendono da lui. In questi casi il lavoratore verrebbe infatti immediatamente reinserito nel programma di ricollocamento.
Per le aziende che assorbono i lavoratori in difficoltà sono previsti sgravi contributivi e, oltre ai voucher formativi assegnati ai lavoratori, un bonus una tantum di 5mila euro o, in alternativa, per le imprese che assumono lavoratori che non utilizzano ammortizzatori sociali, il residuo del sostegno al reddito assegnato al lavoratore stesso. «È un programma utile che viene incontro alle esigenze di migliaia di lavoratori in difficoltà», ha commentato il ministro del Welfare, Roberto Maroni, «una misura che segue la linea tracciata dalla riforma del mercato del lavoro e delle nostre politiche attive: politiche attive, che segnano la fine delle mobilità lunghe e degli interventi senza prospettive a carico dello Stato». Con Pari, secondo il ministro, «si apre un nuovo capitolo: si mettono a disposizione strumenti che permettono di offrire alle persone che hanno perso l?occupazione di avere più possibilità di essere reinserite nel mondo del lavoro».
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